Il Teatro di Maria Luigia d’Asburgo-Lorena
In quasi due secoli di vita, il Teatro Regio ha subito diverse modifiche al suo aspetto che sono andate ad offuscare le sue origini asburgiche. Eppure il legame tra il teatro e la sua promotrice, la Duchessa Maria Luigia d’Asburgo-Lorena, è ancora forte ed evidente in molti particolari che proveremo a raccontarvi brevemente.
Le Origini del Teatro Regio
L'inaugurazione del nuovo Teatro Ducale avviene il 16 Maggio 1829, dopo 8 anni di lavori su progetto dell'architetto di corte Nicola Bettoli. A volerlo è la Duchessa Maria Luigia, moglie di Napoleone, che, ritenendo non più adatto alle esigenze della città il vecchio Teatro Farnese, spinse alla costruzione del nuovo Teatro pensandolo anche per il popolo: quello di Parma è infatti uno dei primi esempi di teatri pubblici italiani in cui, previa pagamento del biglietto, tutte le classi sociali potevano assistere agli spettacoli.
Dal punto di vista architettonico, la struttura esterna si presenta in stile neoclassico con la facciata che include un colonnato di ordine ionico e le figure di Fama e Lira sul timpano. All'interno l'elegante foyer in cui sono ancora visibili le botole utilizzate in passato per il riscaldamento.
I colori degli Asburgo
Entrando nel cuore del Teatro, la sua Sala di forma ellittica, on la platea, quattro ordini di palco e il loggione, ci si ritroverà immersi nel tripudio di oro e velluto rosso che siamo abituati a ritrovare nei teatri italiani: il nuovo stile è da imputare al restauro di Girolamo Magnani su stile neorinascimentale su richiesta di Carlo III di Borbone che fa suo il Teatro reale, futuro Teatro Regio, cancellando lo stile neoclassico e i velluti azzurri che richiamavano i colori degli Asburgo, casa di appartenenza della Duchessa.
Le tracce di questo passato però si possono ancora trovare nella Sala del Ridotto, a cui si accede da un elegante scalinata, che un tempo ospitava la Sala da Ballo e soprattutto il trono di Maria Luigia che qui arrivava grazie ad un collegamento diretto con Palazzo Ducale.
I Ritratti di Maria Luigia
Rimaniamo nella Sala del Ridotto e alziamo la testa per ammirarne il soffitto: a guardarci dall'alto l'affresco di Armonia ovvero quello che dovrebbe essere il volto della Duchessa Maria Luigia. E questa non è la più evidente omaggio a questa importantissima figura della storia della città di Parma, sopravvissuta al restyling Borbone: uno dei tesori del Teatro Regio è il suo splendido sipario.
Questo sipario dipinto è infatti uno dei pochi esempi giunti fino a noi. Opera di Giovan Battista Borghesi, a cui dobbiamo anche l'affresco del soffitto della Sala in cui trovano spazio poeti e drammaturghi, qui rappresenta una popolata allegoria della Sapienza, con Minerva che assume le sembianze di Maria Luigia, assisa in trono, circondata da dèi, ninfe, poeti e muse.
Le altre meraviglie, eredità della Duchessa.
Concludiamo questa visita virtuale al Teatro Regio con altri due tesori che lo arricchiscono per cui dobbiamo ringraziare l'illuminata Duchessa: iniziamo dall'imponente e originale “astrolampo”, il grande lampadario in bronzo dorato forgiato dalle officine Lacarrière di Parigi che ancora oggi, seppure in dimensioni ridotte, arricchisce la Sala raccontando il passaggio del tempo attraverso le sue forme di alimentazione: nato con l'uso delle candele, il grande lampadario è passato poi all'illuminazione a gas fino all'arrivo dell'elettricità nel 1890.
Altrettanto particolare è l'orologio a luce creato dall'orologiaio ufficiale del Teatro Antonio Barozzi. Ancora funzionante durante gli spettacoli, come quelli del rinomato Festival Verdi, segna il tempo di 5 minuti in 5 minuti, attraverso due anelli con numeri romani ed arabi.
Il marchingegno che regola tutto ciò si trova a sedici metri di altezza, in una stanzetta quadrangolare che acquista ancora più fascino se credete alla leggenda dell'epoca di Maria Luigia: chi riuscisse a portare una donna fin qui e a baciarla, la farebbe innamorare per sempre.
Anche questa è la magia di un teatro.
Per scoprire altre curiosità del Teatro vi consigliamo un salto qui.
E per vivere il Teatro regio in Prima persona ecco il Tour Parma e il Festival Verdi